progettazione di un colpo di stato



Me lo domando in cosa sbaglio.
Probabilmente dovrei ascoltare quella voce che gira nella mia testa gridando “Achtung” mentre stringe tra le mani un cartello triangolare giallo con un punto esclamativo al centro. Materiale pericoloso.
La sua presenza avrebbe dovuto, quanto meno, suggerirmi qualcosa.
Invece no! Perché ascoltare la mia parte raziocinante quando posso comodamente prendere il primo tram chiamato cuore e schiantarmi a 502km/H contro un muro, che, treno Maglev a levitazione magnetica spostatati che non sei nessuno!
In un posto non ben definito del stomaco, appena sotto la pelle, ho provato delle sensazioni e ho deciso di seguirle, di provare anche quando tutto e tutti intorno a me dicevano “no”. Le ho seguite anche quando avevo davanti a gli occhi tutte le motivazioni necessarie per agire in senso opposto.
Adesso sono fregata. Sono saltata a piè pari dentro ad un fosso dal quale non riesco a uscire. Tu, a volte, mi tendi la mano e quando sono quasi arrivata ad afferrarti, quando siamo così vicini che se respiro sento il tuo profumo diritto fino al cuore ecco che molli la presa e mi fai ricadere giù. Solo un pochino più in profondità di prima.
Avere potere significa questo.
Tu ne hai decisamente su di me, più di quanto te ne avrei dovuto concedere e adesso devo trovare il metodo per organizzare il colpo di stato che mi farà riprendere possesso della mia vita.

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